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  • A un metro dal tramonto (Nato il 29/09/2020: durante il Covid)


  • È diventato un mondo di sguardi vuoti.
    E di giornate che trascorrono arrabbiate.
    La prima cosa che si beve al mattino è amarezza: nel caffè, nel traffico, nelle ore che ci legano al mezzogiorno.
    Poi si stringono i denti e si piomba nell’oblio dei pomeriggi di settembre; settembre che quest’anno è calato stanco su capi sempre più avvelenati di rassegnazione.
    E ad ogni luna che si affaccia dalle nostre finestre, null’altro si scorge se non i germogli dell’amarezza dell’indomani.
    L’amore avvizzisce tra le pieghe di lenzuola ormai svogliate; i libri si impregnano di smunta sapidità su comodini popolati da grumi di maschere inevitabilmente sporche, irrimediabilmente sporche.
    C’è poca allegria. Ce ne è poca in ogni dove. Ogni cosa avanza
    come se l’avvilirsi non fosse mai sorto un’abitudine, ma il mattino è sempre più amaro.
    E gli occhi sempre più stanchi. E le notti sempre più insulse. E il mondo sempre più pieno; pieno di gente che piano piano si spegne, pieno di un’esistenza che piano piano si strozza.