Luna piena e lei tocca tutto come non l’avesse mai visto.
Con quelle mani con cui di giorno stringe il mondo come se miliardi di occhi la spiassero
accarezza un vinile,
raccoglie una cartaccia,
rigira il pacchetto e lo mette via come fosse in pericolo.
Ha fatto un miracolo con le sue labbra stanotte; hanno come le dita; hanno come la stessa anima di quelle sue mani.
Mi toccano ovunque con la curiosità con cui si tasta un tessuto
Ovunque con la delicatezza di un addio; come quando si sfiora qualcosa che si stringe una volta sola e poi più
Il suo tatto mi riempie e mi offusca: come un volto ingoiato dalla nebbia
sento dappertutto; la sento dappertutto
Sulle mie labbra
Sulla mia lingua
Il mio orecchio come una preda
attorno al mio collo con una dolcezza fradicia e bollente
Sul mio corpo e sul mio sesso
sono suo in ogni angolo;
liscia e calda, molle e umida, dura e decisa; è una stregoneria
mi striscia sottocute, mi bolle nelle vene
il suono come se avesse gli artigli
Il suono del suo tatto
In ogni dove
agita brividi impercettibili
che graffiano
come una lama così tagliente da poter però carezzare una pesca senza farla sanguinare.
Nel suo calore spinge la vita.
Fa quasi paura
nudi davanti all’incendio che non ti teme
Sentirsi così inermi in mezzo a tanto piacere
sul suo palmo di ferro, avvampando come un fiocco di neve.