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  • Giovinezza: Velatura dell’Essere (nato il 14/01/2022)

  • Uno spettro infesta l’essere
    Giorni avversi che scivolano nelle piaghe del vento che se li tenesse e restasse zitto e se li portasse via e se li portasse via e non me lo ripetesse più che io sono stanca e la notte non è mai nata né mai è calata eppure c’è nel mio letto un ospite inquietante che ad ogni meriggio tossisce come un orco che fa spavento e basta basta basta tossire basta con il rumore basta con questa meschina amarezza e questi rantoli orridi maligni insopportabili che furono un tempo seducenti candidi amanti ed ormai infettano invece come malate radici i panni e le coperte ed han lasciato cadere sulla gabbia per uccelli questo sipario dagli opachi bottoni che ha coperto il sole ed io giaccio e giaccio sotto questa falce di luna e più ci penso e più lo disprezzo quest’ospite curvo e torvo con i suoi crudeli subdoli abominevoli modi eppure ancora resta e resta e mi dorme a fianco e mi si accuccia poi addosso e mi si insinua sottocute come un verme un veleno e lo vedo a volte che con queste sue lunghe dita brutte sta in piedi nella penombra e spinge quel pendolo stanco spossato che langue ed oscilla ed oscilla e si trascina addietro le lancette incessanti come la zappa del contadino che si alza e si abbassa e si alza e copre il sole e si abbassa e lo libera eppure quando il sole esce brucia forte e quando manca congela troppo e quando quell’effimera poca miserrima zuppa affamati si ingurgitata a sera lui sempre là in capo alla tavola a masticare traverso queste mascelle ispide e pallide ed infide siede frattanto che ogni morso non è che un silenzioso sfilare l’ennesimo filo dalla tua trama slabbrata e portarselo appresso in questo gomitolo di depredata anima sempre più grasso nelle sue tasche sempre più scarno nelle tue
    e la passione è avvizzita
    la velleità irrigidita
    ogni lembo ormai spesso un sudario
    e un respiro è una fitta, un’alba una bestemmia
    Perduta contentezza che se ne dorme in catene appresso a quest’ombra insistente che si è rubata il mio essere,
    il tuo essere,
    mon semblable, oh mon frère!
    Ci si cuce un cappotto nuovo la sera quando tu dormi e lei ha spalancato le gelide coperte e nella stanza con la pendola si mette a
    becchettare con la macchina da cucire e tintinna il ghiaccio nel bicchiere e ticchettano le lancette ed intanto gli uccelli nella gabbia sono morti, morti tutti; sono morti e nemmeno se ne sono accorti. Il velo di Maya.
    La pavida invidia.

    Giovinezza.